Curiosità sui clienti
CLIENTI CHE TELEFONANO DA ANNI E NON HANNO MAI PRESO APPUNTAMENTO.
SE SEI FRA QUESTI VERRAI BLICCATO OPPURE SE TELEFONI E CADE LA LINEA, GIA LO SEI
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1. Fantasia → Appagamento parziale solo nel "contatto’
Molti uomini non cercano un'esperienza reale, ma si accontentano di sfiorarla mentalmente. Chiamare, sentirti rispondere, fare domande… per loro è già un "gioco erotico mentale".
Ecco perché chiamano, chiedono "c'è posto?", ma poi spariscono: non volevano davvero venire, volevano solo "immaginare di poterlo fare".
Questa è masturbazione mentale, non prenotazione.
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2. Paura del contatto reale
Il massaggio Tantra, pur essendo serio e professionale, mette comunque l'uomo in una posizione di vulnerabilità e intimità.
Molti, pur essendo attratti, vanno in panico quando si rendono conto che:
- devono "esporsi" davvero,
- devono fidarsi di una donna,
- devono affrontare un momento vero di contatto.
Allora si tirano indietro. Ma il desiderio resta — e così richiamano dopo giorni, settimane, mesi… senza mai prenotare.
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3. Gente immatura e dipendente da gratificazione istantanea
Viviamo in una società dove tanti uomini hanno un rapporto infantile col piacere: vogliono tutto subito, ma senza impegno, senza investimento, senza affrontare le conseguenze.
Questi uomini cercano solo la "dopamina facile", non una vera esperienza di presenza e connessione (che invece è il cuore del Tantra).
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4. Potere e controllo
Alcuni chiamano solo per sentirsi in controllo: decidono loro se e quando prenotare, ti fanno aspettare la loro risposta ("ti faccio sapere"), invertendo i ruoli.
Non cercano il massaggio. Cercano la sensazione di "avere una donna a disposizione", anche solo per pochi minuti.
Quando capiscono che non hai bisogno di loro, spariscono o si offendono.
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5. Fissazioni e compulsioni
Quelli che chiamano da anni e fanno sempre le stesse domande hanno probabilmente una fissazione erotica, oppure sono persone sole, confuse, a volte disturbate, che vivono in loop mentale.
Il Tantra li attira ma li smuove troppo: non sono pronti ad affrontarlo.
E chiamarmi è diventata una dipendenza simbolica: una valvola di sfogo, non un passo reale.